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Playout, la lunga attesa: Salerno si gioca più che una categoria

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Grandissima tensione in città per la Salernitana. Oggi i granata si giocheranno una intera stagione e a Venezia non si può più sbagliare. Il gol di Zigoni al 91′ mercoledi scorso all’Arechi ha alimentato ansie e preoccupazioni per i mille circa partiti di primo mattino con entusiasmo e la giusta dose di ansia. Migliaia in città seguiranno la partita in tv. Nessun maxischermo in piazza ma solo nei centri commerciali del capoluogo. Tanti con le famiglie in un unico grido per accompagnare idealmente il cavalluccio. Qualcuno in queste ore con un tuffo a mare cerca di stemperare lo stress. Poi dal primo pomeriggio la città piomberà in un silenzio assordante. Tanti brutti ricordi affiorano come Pescara (spareggio col Cosenza nel ’91) o quel maledetto Piacenza ’99. Ma anche Verona in casa (epoca Lombardi). Insomma tanti tabu da sfatare e soprattutto la paura di risvegliarsi in un inferno da evitare assolutamente.

Bisogna salvare una categoria, bisogna forse salvare una città. Una retrocessione sconforterebbe tutti e riporterbbe l’intero capoluogo in un oblio da evitare. LO slancio di una città si vede anche attraverso i risultati sportivi. Salerno è in calo rispetto all’esplosività degli anni 90 dove tutto andava a mille: movida, infrastrutture, crescita e squadra di calcio. Ripartire dalla B per ritornare ad essere una Salerno da Serie A.

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