ho letto con attenzione l’intervento di Antonio Sanges, innanzitutto uomo di sport oltre che valente dottore commercialista, sul nuovo (ma al momento solo annunciato dal Comune) impianto di Mariconda che dovrebbe ospitare basket, volley e handball. Condivido spirito e obiettivi del suo pensiero. Tuttavia ritengo sia opportuno evidenziare alcuni aspetti senza i quali non si comprende pienamente l’emergenza pluridecennale nella quale è costretta a vivere la Salerno degli sport cosiddetti (ma poi mica tanto) minori.
E’ questa profonda crisi dell’impiantistica il motivo che ha spinto un gruppo di ex atleti a dar vita al progetto “Sos Sport Salerno”, grazie al quale l’amministrazione ha dovuto – e ribadisco “dovuto” – dare una prima risposta proprio con il PalaMariconda.
Ma non basta. Peraltro, ora si rischia di commettere un altro profondo errore. Alla stregua di quello perpetrato a Matierno, quando si progettò una palestra con un tetto insufficiente in altezza per ospitare la pallavolo. Oggi si prospetta un impianto a Mariconda da 1500/2000 posti, senza immaginare che ne basterebbero altri 500 per avere una struttura capace di ospitare la serie A. Obiettivo, questo, di diversi club cittadini.
Inoltre, si dà seguito a un bando per i campetti da calcio abbandonati da affidare ai privati, iniziativa meritevole, ma non si redige un “Piano dello Sport” che contempli tutte le enormi necessità dei quartieri della città. Ecco perché, come ex atleti, avevamo manifestato disponibilità a un incontro in Commissione Sport del Comune e lanciato una serie di iniziative per la città. Volevamo, e vogliamo, offrire un contributo di idee, di passione e di azione.
Ma in questa Salerno dove oramai impera l’ipocrisia del “con me o contro di me”, dell’asservimento e della mediocrità, è sembrato strano dover registrare un evento tanto insolito: un gruppo di ex atleti che se ne infischiano del potente di turno o dell’oppositore in rampa di lancio, ma danno vita a un progetto per aiutare la città, distanti da ogni logica di fedeltà politica.
E dire che abbiamo perso l’occasione delle Universiadi per regalare un palazzetto a Salerno, o che avremmo fatto molto volentieri a meno dei sediolini nuovi all’Arechi per qualche palestra in più, è una lesa maestà al cospetto della quale il vassallo di turno – che al massimo nella sua vita avrà giocato a dadi ma che ora si traveste da esperto di sport – deve mostrarsi contrariato per ingraziarsi il padrone.
Felice Naddeo
Progetto “Sos Sport Salerno”