La cerimonia è stata presieduta dal Comandante della Missione Kosovo Force (KFOR) – Joint Enterprise, il Generale di Divisione Lorenzo D’Addario, con la partecipazione di numerose autorità militari dei Paesi NATO e dei Paesi partners, nonché di autorità civili e religiose locali.
Nel corso degli ultimi sei mesi il MNBG-W, l’unità multinazionale a guida italiana, su base 8° Pasubio, alle dipendenze del Comandante di KFOR, composta da soldati provenienti da Austria, Slovenia, Moldavia e Italia, ha assolto il delicato compito di concorrere alla condotta di un’azione di presenza e deterrenza volta al mantenimento di un ambiente sicuro, per impedire il ricorso alla violenza e contribuire, nel contempo, al consolidamento della pace ed al processo di crescita civile.
Il COMKFOR ha focalizzato il suo intervento sull’importanza che riveste la sicurezza nella missione di KFOR, un impegno comune al quale tutte le nazioni partecipanti all’operazione devono contribuire al fine di assicurare la stabilità del Paese. “La sicurezza è estremamente importante, perché senza sicurezza non può esserci alcun dialogo – ha sottolineato il Generale D’Addario – questo è il principio cardine del quale ognuno, ad ogni livello, deve sentirsi ambasciatore per trovare una stabilità duratura”.
Il Comandante della KFOR ha evidenziato che con gli avvicendamenti alternati dei diversi contingenti la continuità del lavoro è sempre garantita e, salutando il contingente in partenza, ha espresso parole di orgoglio per i risultati conseguiti, invitandoli ad essere fieri ciò. Infine l’alto ufficiale ha rivolto un pensiero alle famiglie a casa, “Probabilmente esse sopportano un impegno più duro del vostro; tornate da loro fieri e ringraziatele da parte mia” ha concluso.
Nel suo discorso di commiato, il Colonnello Di Marco ha riconosciuto la professionalità dimostrata dalle donne e dagli uomini avuti alle dipendenze evidenziando un aspetto particolare: nelle stessa giornata di 20 anni fa il Reggimento di Persano (SA) veniva dispiegato in Kosovo nell’ambito dell’Operazione all’epoca denominata “Joint Guardian” per garantire la sicurezza e la protezione della popolazione.
“Molti di quegli stessi soldati sono ora di fronte a noi – ha affermato il Colonnello Di Marco – loro ricordano chiaramente quei tempi, le difficoltà ed i sacrifici che hanno dovuto sostenere per riportare la stabilità in questi luoghi. Per questo motivo, per noi Artiglieri dell’8° Reggimento artiglieria terrestre, essere stati al servizio della pace in Kosovo in questo particolare momento storico, assume un significato ancor più rilevante in quanto ci sentiamo veramente parte del processo di stabilizzazione di questo paese, oggi in fase molto avanzata, ma che vede ancora necessaria una presenza militare”.
Durante il mandato che volge al termine, i militari del MNBG-W hanno condotto molteplici attività addestrative, volte a standardizzare le procedure e ad aumentare l’interoperabilità con gli altri eserciti, per mantenere un livello di prontezza operativa sempre elevato in caso di risposta a possibili situazioni di compromissione della sicurezza.
Le capacità acquisite sono state messe in atto in diverse operazioni condotte, anche in supporto ad altre forze di KFOR, in momenti che hanno visto innalzarsi il livello tensione interetnica, scongiurando il verificarsi di incidenti e proteste.
Nel bilancio tracciato dal Colonnello Di Marco è stato sottolineato anche il notevole sforzo profuso dal MNBG-W in attività di Cooperazione Civile e Militare (CIMIC), con la realizzazione di svariati progetti nei campi sociale, sanitario, dell’educazione ed a favore delle istituzioni locali, che hanno apportato un ulteriore sostegno al processo di crescita del paese, proseguendo nel solco già tracciato in questo settore da anni dall’Italia.
A testimonianza della sempre maggiore intesa d’assieme che lega l’unità militare con le istituzioni locali, la presenza dei sindaci e dei rappresentanti delle quindici municipalità inserite nell’area di responsabilità del MNBG–W.
La cerimonia ha visto anche la cornice festosa e colorata di circa 30 bambini provenienti dall’asilo materno “NENE KABRINI” di Prizren, una struttura gestita da Suore Cattoliche della Congregazione delle “Angeliche”. L’istituto rappresenta un esempio di integrazione religiosa e sociale in quanto ospita 110 bambini, dai 3 ai 6 anni, sia di religione Cristiana – Cattolici e Ortodossi – che di religione Musulmana.
Prima di ogni altro atto protocollare il Colonnello Di Marco, accompagnato dal Colonnello Pisani, ha deposto una corona in omaggio ai Caduti italiani e a quanti hanno compiuto l’estremo sacrificio per la causa della sicurezza e della prosperità in Kosovo.