“Assurdo che vi siano Comuni come Torre del Greco, area vesuviana e delle altre province, che obbligano ad esose tariffe per chi svolge attività integrativa del reddito (hanno obbligo di chiusura per almeno novanta giorni l’anno) – dichiara il Presidente Abbac Agostino Ingenito – I nostri gestori non sono mucche da mungere ma è necessario accompagnare il fenomeno ricettivo extralberghiero con azioni che mirino al sostegno di questa formula ricettiva soprattutto per le aree interne e sguarnite di strutture alberghiere”.
L’Abbac riporta il caso del Comune di Napoli che a seguito di richieste e tavoli di confronto e tenendo conto delle linee guida suggerite dall’associazione agli organi competenti, ha equiparato le attività di bed and breakfast alla tariffa domestica, aumentando la quota variabile a sei componenti familiari.
“La misura è giusta, e da noi raggiunta con molto impegno associativo, tuttavia non tiene conto della riduzione che andrebbe fatta per i giorni di chiusura a cui sono tenute le strutture ricettive integrative del reddito – dichiara Ingenito – E’ inderogabile che però i consigli comunali tengano conto meglio di ciò che va tassato. Il turismo è una risorsa economica che sta aiutando molte famiglie a mantenersi a galla dopo anni di dura crisi economica.
Serve trovare un modello condiviso che tenendo conto delle esigenze di cassa dei Comuni preveda tariffe adeguate a montanti e calcoli adeguati. L’appello è alle associazione degli enti locali e alle stesse Amministrazioni comunali per individuare percorsi condivisi che non scoraggino gli operatori e garantendo servizi efficaci ed in linea con standards europei”