Un anno fa morì Roberto Racinaro, monito indelebile di Giustizia Virtuosa
redazione
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E’ trascorso un anno dalla scomparsa del Professore Roberto Racinaro, una Personalità illustre che ha onorato nel Suo percorso la nostra Città e tutta l’Università di Salerno. Dell’ Amico carissimo Roberto, vengono in evidenza molteplici profili: Filosofo e Maestro autorevole e stimato, Studioso raffinato di Hegel, Adler, Kelsen, Rathenau e Scheler, Rettore della nostra Università in una stagione difficilissima, Intellettuale colto con una straordinaria capacità di analisi ed interpretazione della vita della Comunità nel suo continuo ed inarrestabile divenire. Tutto vero, anzi verissimo. Ma ancor prima ed ancor di più, nei tantissimi che lo hanno conosciuto e nel giudizio generale, che inevitabilmente si forma sulla vita di una Persona con ruoli così rilevanti, Racinaro rimarrà sempre ed innanzitutto il Gentiluomo irreprensibile e con altissima statura etica, arricchita da profonda bontà e delicata sensibilità; in ogni momento umile, gentile, disponibile, sempre con l’acume profondo della sue battute, la ironia lucida ed illuminante, la mitezza naturale e quasi indifesa dello sguardo, la dolcezza del sorriso. E da Lui è derivata una grande lezione, quanto mai esemplare nel tempo così “difficile ed esigente che ci è dato vivere” direbbe Aldo Moro, nel quale il senso delle Istituzioni sembra troppo spesso smarrito e colpevolmente mortificato. Ci ha lasciato una grande lezione di rispetto delle Istituzioni, pur nel dolore insuperabile di una terribile tragedia giudiziaria, che lo colpì ingiustamente e con un prezzo immane ed irreparabile per la vita Sua della Sua Famiglia. Visse questa vicenda, che costituisce una pagina bruttissima e grave nella storia della Magistratura Salernitana, con infinita dignità e commovente spirito di sopportazione, scrivendo riflessioni preziose sulla condizione della Giurisdizione, sull’equilibrio violato fra tutela della libertà della Persona ed esercizio dei poteri coercitivi per la salvaguardia della legalità e la repressione dei reati, sul rapporto da non incrinare mai fra sfera dei diritti invalicabili di ogni individuo e principio di autorità. Quasi simbolicamente prese il testimone del Rettorato da Vincenzo Buonocore, che sostenne la sua scelta con la convinzione ferma che Racinaro fosse la guida migliore del nostro Ateneo nella complicatissima fase del trasferimento dell’Universita’ nella Valle dell’Irno. Due veri e straordinari Intellettuali, molto diversi per formazione culturale e politica e vocazione di studi, accomunati dallo stesso amore per l’Universita’ e la sua funzione decisiva per la formazione e la crescita delle nuove generazioni, uniti da un intenso sodalizio affettivo e civile, ma anche, quasi per un perfido destino, da sofferenze indicibili per le ingiustizie giudiziarie subite. L’Università di Salerno molto bene ha fatto a intitolare a Racinaro la Sala del Senato Accademico. E’ giusto ed importante che il Comune di Salerno leghi per sempre il Suo nome alla storia della Città, la Sua Città. E sarebbe significativo che anche il mondo della Giustizia Salernitana volesse scolpire nella memoria delle sue Sedi il nome di Roberto Racinaro, come monito indelebile della capacità di essere sempre, direbbe Roberto, una “Giustizia virtuosa”.