L’anticipazione al 29 giugno, rispetto alla previsione del 6 luglio ( D.D. n.349/2018), è del tutto eccezionale ed è frutto di un lavoro sinergico di condivisione con la Conferenza delle Regioni.
“Si è ritenuto opportuno accogliere le istanze di alcune delle associazioni di categoria operanti nel settore del commercio – si legge in una nota – che hanno evidenziato le potenzialità di incremento del volume delle vendite in correlazione allo svolgimento dell’Universiade e richiamato la necessità di offrire al comparto, la possibilità di agganciare una ripresa essenziale a scongiurare la perdita di ulteriori posti di lavoro”.
La notizia ha colto di sorpresa molte aziende, soprattutto le più grandi che hanno personale in ferie proprio in questo periodo per farsi trovare poi pronti alla data inizialmente concordata. Molti hanno richiamato i propri dipendenti dalle ferie.
A 4 giorni dai saldi in molti negozi manca la merce da esporre ed in tanti attendono e liste degli articoli che vanno al 20, al 30 e al 50% di sconto. Un anticipo che non tutti hanno condivisio ed in queste ore sono numerose le proteste sia di imprenditori che di dipendenti che saranno costreti a giorni di super stress in vista dell’appuntamento di sabato 29 giugno.
E a chi va in quel posto? A noi piccoli commercianti che non abbiamo il personale e la forza di farci trovare preparati. È la volta buona che chiudo, ammazzatevi voi, il burc e chi vi vota. Dal mese prossimo faccio richiesta anche io del reddito di cittadinanza, sono stufo di fare lo schiavo per pagare gli stipendi ai politicanti di turno e gli affitti ai palazzinari napoletani
si si a voi proprio. Ma dai vi dovete lamentare sempre. Avete i prodotti in commercio, volete che le persone le acquistino? Allora applicate i saldi alle merce e non ci rompete. Già fate storie quando veniamo a fare un cambio merci. Siamo diventati la città e la provincia delle lamente. Ogni ostacolo che si pone dinanzi il nostro cammino, noi puntualmente cosa facciamo, anzichè “affrontarlo di petto”, ci lamentiamo dando sempre colpa agli altri dei nostri problemi.
In questo caso la politica non centra nulla. L’imprenditore deve avere i “cosidetti” per poter vivere nel commercio al dettaglio.
Ahimè… non posso che essere d’accordo col commento di @Mario
Anonimo, primo non tutti i commercianti sono uguali e sono il pirmo a ricnoscere che alcuni dovrebbero cambiare mestiere. Secondo io lo sconto te lo applico, ma gli sconti e l’esposizione non li preparo in pochi giorni. Risultato: i centri commerciali che hanno personale a sufficienza faranno il boom, io dovrò lavorare inutilmente come un mulo e perderò i già scarsi introiti del periodo dei saldi. La politica centra eccome, perchè le tasse e questa decisione sono politica eccome. Ti do ragione sul lamentarsi inutilmente, chiuderò e basta, contenti voi che vi ritroverete con una città fantasma, fatti un giro sul corso e vedi di cosa parlo.
Mario