Rendendosi conto di non poter pagare si è rivolto al Comune: «Mi avevano detto che mi avrebbero aiutato per risolvere al meglio la situazione- racconta A.P – ma ad oggi, oltre ad aiutarmi a smontare i mobili e a farmeli depositare nel garage di un imprenditore che sempre ringrazierò, non ho avuto alcun tipo di sostegno.
Ieri notte, l’ultima trascorsa in questa casa, abbiamo dormito sui materassi poggiati a terra. I bambini mi hanno guardato chiedendomi una spiegazione ma non ho trovato il coraggio di raccontare loro quello che realmente stava accadendo».
«La paura più grande adesso – continua A.P. – è che possano togliermi i bambini».