Un anticipo di circa una settimana sull’inizio ufficiale dei saldi estivi nel resto d’Italia: ad eccezione della Sicilia e della Basilicata, dove gli sconti partiranno rispettivamente il primo e il due luglio, nelle restanti regioni la data d’avvio è fissata per sabato 6 luglio.
Riduzioni di prezzo consistenti per cercare di invertire un’annata particolarmente difficile: nei primi quattro mesi del 2019, anche a causa del meteo imprevedibile, i consumi di abbigliamento hanno segnato una flessione di un ulteriore 1,3%.
E anche il 2018 è stato deludente: durante lo scorso anno la spesa media delle famiglie italiane in abbigliamento e calzature si è ulteriormente ridotta, segnando una contrazione dello 0,7% in termini reali. Particolarmente forte è stata la contrazione per gli indumenti per uomo (-2,3%), mentre solo l’abbigliamento per neonati ha registrato una variazione positiva degna di nota (+5,3%).
L’austerity della moda non è mai finita. Risultati purtroppo in linea con le tendenze mostrate negli ultimi anni. E non ha pesato solo la grande recessione del 2012-2013: la flessione è infatti proseguita anche nei tempi più recenti, pur in una fase di congiuntura economica favorevole e di espansione dei consumi.
Il risultato è che l’austerity della moda non è mai finita: nel 2018 la spesa delle famiglie in moda si è ridotta in media di 280 euro l’anno rispetto al 2011, per un calo complessivo del 4%, pari a 2,7 miliardi di euro di consumi in meno. Negli ultimi dieci anni nell’Unione europea la spesa moda è invece cresciuta del 6,7%.
La guerra degli sconti. Il progressivo restringimento dei consumi moda italiani ha dato il via ad una sfida a colpi di promozione: politiche aggressive mirate al mantenimento dei volumi di vendita, che stanno caratterizzando sempre più fortemente il settore. Ai momenti tradizionali di sconto come i saldi, che sono legati al ciclo di rinnovamento dei magazzini dei negozi, si sono infatti aggiunte anche occasioni promozionali ad hoc, online e reali.
Il risultato è una pressione promozionale ormai fuori controllo. Continuando di questo passo, la quota di prodotti venduti in saldo o sconto arriverà già quest’anno al 50%: quasi 700 euro a famiglia di acquisti in promozione, livello che consacra l’Italia come il Paese europeo col maggior peso delle vendite promozionali.
“Quest’estate gli sconti di partenza saranno più alti della media: c’è da recuperare un avvio di anno decisamente negativo per le vendite”, commenta Fismo, l’associazione moda Confesercenti. “Ad incidere l’incertezza economica delle famiglie, ma anche un meteo primaverile imprevedibile. Il risultato è che quest’anno i saldi saranno un’occasione sia per le imprese che per i clienti, visto che i negozi presenteranno un assortimento di merce record.
Ma c’è da fare chiarezza sulla babele della scontistica, ormai è un’Italia in saldo: tra pre-saldi, promozioni continue e giornate online come BlackFriday (estivi ed invernali), Prime Day e Cybermonday vari si è generato un circolo vizioso dannoso per le imprese ma anche per i clienti, che trovano sempre più difficile orientarsi e distinguere tra le offerte reali, come quelle dei saldi, e le promozioni fasulle. Bisogna mettere un freno a questa deriva.