La Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso della Procura della Repubblica di Salerno, confermando le decisioni già assunte dai giudici del Tribunale del Riesame, definendo inammissibile il ricorso della magistratura inquirente attraverso una sentenza con motivazione semplificata.
La vicenda fa riferimento all’inchiesta sui presunti reati fiscali per fraudolente dichiarazioni relative a redditi e iva del caseificio relative agli anni 2016 e 2017: in particolare, è stato contestato agli amministratori della srl di aver inserito a bilancio passività fittizie per svariati milioni di euro al fine di evadere il fisco.
La società, però, come spiegato nelle memorie difensive presentate dagli avvocati difensori Silverio Sica e Martino Melchionda, ha dimostrato di aver pagato 3 milioni di euro di imposte a fronte di un attivo di 17 milioni, e in tali limiti, scrive la Terza sezione penale presieduta dal giudice Elisabetta Rosi, “il profitto del reato contestato è dunque venuto meno con conseguente inapplicabilità della confisca”.
Fonte StileTv
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