In particolare, le attenzioni degli investigatori si erano concentrate su un esercizio compro oro in provincia le cui modalità operative avevano destato qualche sospetto circa la regolarità delle stesse.
Dai successivi controlli amministrativi, gli agenti avevano modo di rilevare che per numerosi oggetti preziosi presenti nell’esercizio non era stata fatta la prevista registrazione così come previsto dal D.Lgs. nr. 92/2017.
I sospetti del personale operante si concentravano su vari monili d’oro ed, in particolare, su una catenina d’oro con un ciondolo raffigurante una madonnina, simile a quella il cui furto era stato denunciato recentemente in un’abitazione della provincia di Salerno. Dalle successive indagini, gli agenti appuravano che l’oggetto era effettivamente provento di furto nella suddetta circostanza e per il quale il titolare non aveva effettuato nessuna registrazione come previsto dalla legge.
Inoltre, gli investigatori riuscivano a ricostruire una serie di rapporti del titolare con un noto pregiudicato, dedito abitualmente alla commissione di furti in abitazione, dal quale acquistava illecitamente gli oggetti preziosi provento di furto. Ad aggravare ulteriormente la posizione del gestore anche la richiesta alla vittima del furto di una somma di denaro per ottenere la restituzione degli oggetti rubati.
A conclusione dell’attività di indagine il titolare del compro oro veniva deferito all’Autorità Giudiziaria per i reati di estorsione ed, in concorso con il pregiudicato che gli aveva venduto gli oggetti preziosi, di ricettazione.
Gli oggetti, illecitamente detenuti senza registrazione a norma di legge, venivano sottoposti a sequestro ed al titolare venivano elevate sanzioni amministrative fino a diecimila euro. In considerazione della gravità delle condotte tenute dal titolare dell’esercizio è stata avviata dai competenti uffici della Questura di Salerno la procedura amministrativa per la revoca della licenza per il commercio di oggetti preziosi.
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