cittadini.
«Approviamo l’ennesimo regolamento comunale, colmando lacune decennali e sistemando anche le attività funebri – attacca il sindaco, Massimo Cariello -. Spiace dovere constatare la pochezza di una parte dell’opposizione, dove ancora una volta Cardiello e socio non hanno chiaro quale sia il ruolo del Consiglio comunale, fortunatamente per gli ebolitani sono fuori dall’amministrazione della città.
In questo caso si tratta di un’attività di autoregolamentazione riconosciuta in capo agli Enti, ma che si inserisce in un solco ben preciso tracciato dalla normativa sovracomunale di settore, nello specifico quella regionale.
Pur di gettare fango e veleni sono stati presentati 12 emendamenti, ma 4 sono stati ritirati durante la discussione e 3 non hanno ricevuto da parte degli uffici il parere favorevole di regolarità tecnica. Scarsa conoscenza non solo del provvedimento, ma anche delle procedure.
Invece c’è stato un grande lavoro, per il quale ringrazio il presidente Pierluigi Merola ed il dirigente comunale, Damiano Bruno. La maggioranza ha mostrato ancora una volta maturità politica e responsabilità anche in questa occasione, votando il nuovo regolamento». Sono soprattutto due gli aspetti che hanno fatto gridare allo “scandalo”, con accuse che il relatore del provvedimento, Pierluigi Merola, presidente della
commissione consiliare, che ha redatto il regolamento insieme con il
dirigente del settore, Damiano Bruno, smonta una ad una.
«Nel caso di trasferimento delle salme – precisa Merola -, contrariamente a quanto sostenuto da Cardiello, non vi è assoluta discrezionalità da parte del Sindaco per autorizzare il trasporto in un’abitazione.
Il testo esclude l’assoluta discrezionalità del Sindaco, anzi prevede espressamente che “In particolari circostanze, il Sindaco, sentito il dirigente dei Servizi di Igiene pubblica dell’ASL, può anche autorizzare il trasporto all’interno dell’abitazione o, in casi eccezionali, al luogo di speciali onoranze”.
Come si vede nessuna discrezionalità, ma procedure certe. Per quanto riguarda l’autorizzazione alle imprese funebri, nel velleitario e maldestro tentativo di intestarsi insignificanti battaglie improntate alla legalità, trasparenza ed imparzialità, Cardiello ha cercato di far rientrare tra i motivi di esclusione di un operatore funerario al rilascio dell’abilitazione i motivi di esclusione previsti per la partecipazione di qualsiasi operatore economico a gare e bandi pubblici.
I requisiti soggetti ed oggettivi minimi che un operatore del settore funerario deve avere ai fini dell’ottenimento del titolo abilitativo sono previsti ed indicati tassativamente dalla normativa regionale.
Infine, sono rimasto basito quando lo stesso Cardiello ha proposto di riconoscere efficacia retroattiva al regolamento in approvazione, un obbrobrio giuridico, ma fortunatamente l’Amministrazione ha rispettato le leggi ed assicurato la legalità».