La donna è stata arrestata il 5 luglio scorso con l’accusa di omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia; il marito, Giuseppe Passariello, era stato arrestato il 23 giugno scorso, poco dopo la morte della bambina, avvenuta il 22 giugno a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno): era stata portata in ambulanza in ospedale ma al Pronto Soccorso era arrivata già senza vita e con segni di violenze sul corpo.
Nel corso dell’interrogatorio, Immacolata Monti avrebbe ribadito al gip di Nocera Inferiore quanto riferito al pubblico ministero nei giorni scorsi: avrebbe confermato le violenze precedenti da parte del padre della bambina, ma ripetendo di non sapere nulla di quello che è successo nella notte in cui è morta. Non sarebbe stato provato, intanto, il collegamento diretto tra gli abusi delle settimane precedenti e il decesso della piccola; la mamma aveva detto che non era intervenuta per paura che il marito picchiasse anche lei.
Nei prossimi giorni verranno effettuate le perizie sulle intercettazioni che hanno portato al suo arresto, che serviranno per meglio comprendere delle parti dei dialoghi che sarebbero di difficile comprensione. Stando a quanto si apprende, la donna avrebbe riconosciuto alcune delle frasi annotate ma avrebbe invece negato di averne pronunciate altre.
La mamma di Jolanda intercettata: “Ci facciamo 50 anni di carcere”
Uno dei passaggi che la donna avrebbe respinto sarebbe quello dei “50 anni di carcere”, che sembrerebbe provare il suo coinvolgimento nell’omicidio. Nel corso dell’interrogatorio la donna avrebbe ammesso di aver pronunciato la frase, ma avrebbe anche spiegato il senso: prima di quelle parole ci sarebbe stata infatti una premessa.
Parlando con Giuseppe Passariello, Imma Monti avrebbe detto, ha spiegato, di essersi consigliata con la madre di lui, e quindi di aver detto all’uomo di dire la verità altrimenti “ci facciamo 50 anni di carcere”. Anche questo punto dovrà trovare conferma con le perizie.
Fonte Napoli.fanpage.it