FSI-USAE, ha quindi deciso l’indizione dello stato di agitazione e la mobilitazione della categoria, procedendo al previsto tentativo di conciliazione, che è fallito, e questo anche a causa dell’assenza dei rappresentanti delle Regioni, i veri padroni della sanità italiana. Ora il sindacato convocherà i rispettivi Segretari Regionali per predisporre il calendario e le diverse modalità di attuazione delle mobilitazioni regionali.
Adamo Bonazzi, il Segretario Generale, apprendendo del fallimento delle conciliazione ha aggiunto: “riteniamo che il rinnovo dei contratti alla naturale scadenza sia un diritto inalienabile dei lavoratori e che per troppo tempo questo diritto sia stato negato alla Sanità Privata. La situazione è divenuta paradossale ed insostenibile anche a causa del rimpallarsi le responsabilità dei principali attori.
Abbiamo registrato e stigmatizzato il fatto che a molte Regioni non importi se ad una parte degli operatori del proprio Servizio Sanitario Regionale (il privato convenzionato) siano costretti a lavorare con contratti scaduti da tempo immemorabile. Sposteremo quindi la mobilitazione ai vari livelli regionali per mettere le diverse parti di fronte alle relative responsabilità.”