Si tratta di due crani trovati negli anni ’70 che ora antropologi e paleontologi sono riusciti a fare risalire a un Neanderthal e ad un Sapiens. Quest’ultimo è quindi la testimonianza di Sapiens più antica mai portata alla luce in Eurasia.
Il luogo di ritrovamento dei due crani è di per sé già interessante. Nella complessa storia evolutiva della nostra specie il sudest dell’Europa infatti ha rappresentato un corridoio importante per le migrazioni dell’Out of Africa ma al tempo stesso anche un rifugio dai climi più freddi del nostro continente, ricordano gli scienziati. Ed è da questa zona, precisamente dalla grotta di Apidima, che provengono i due crani al centro dello studio. Rimasti a lungo senza una certa classificazione.
Pubblicazioni recenti sugli stessi fossili li vorrebbero come una popolazione di transizione tra Homo erectus e Neanderthal. Ma non sembra essere questo il caso, secondo il team di Harvati. Gli scienziati hanno effettuato test di datazione radiometrica sui teschi, oltre ad analisi morfologiche, e li hanno ricostruiti virtualmente scoprendo che probabilmente appartenevano alle due specie diverse.
Neanderthal e Sapiens
Il cranio attribuito al Neanderthal (Apidima 2) dei due è il più ‘giovane’: ha più di 170 mila anni e mostra caratteristiche riconducibili al più famoso dei nostri cugini appunto (soprattutto per quel che riguarda la conformazione delle ossa della fronte, del naso e della zona intorno agli occhi). L’altro cranio (Apidima 1) invece non presenta caratteristiche attribuibili alla stessa specie in nessuna fase dell’evoluzione.
Somiglia piuttosto a un Sapiens, con quel profilo laterale del cranio arrotondato, tipico degli uomini moderni, seppur con tratti arcaici. Anche le analisi di datazione radiometrica, infatti, suggeriscono che sia il più vecchio tra i due: risale a 210 mila anni fa. Le prime tracce mai portate alla luce della nostra specie finora risalgono invece a più di 300 mila anni fa, in Marocco.
Il primo Sapiens in Eurasia
È probabile, azzardano i ricercatori, che Apidima 1 sia stato uno dei primi uomini moderni. Se così fosse, continuano gli esperti, saremmo di fronte alla più antica testimonianza di Sapiens in Eurasia. Il che significa che i nostri antenati uscirono dall’Africa prima di quanto creduto (ipotesi questa già avanzata da alcuni). I Neanderthal sarebbero arrivati solo dopo, per poi essere rimpiazziati da altre popolazioni più moderne di Sapiens.
Quanto suggerito dallo studio non fa che avvalorare l’ipotesi secondo cui ci furono più eventi di dispersione dei nostri avi dall’Africa all’Eurasia, e che non tutti andarono a buon fine, con l’occupazione delle zona raggiunte, scrive Eric Delson della City University of New York e dell’American Museum of Natural History in un pezzo che accompagna il paper sullo stesso numero di Nature.
Commenta