Fu, infatti, campione italiano pesi massimi nell’anno 1966, nonché nazionale militare di rugby.
Sempre nel rugby, in una storica e forte compagine di giovani salernitani, arrivò, negli anni sessanta, a sfiorare la promozione in serie A.
Ha continuato fino alla fine a coltivare la passione per il pugilato, ove da allenatore ha portato alla conquista del titolo iridato e del titolo europeo gli atleti che ha seguito.
A chi gli chiedeva cosa fosse il pugilato lui rispondeva: “una nobile arte in cui il sacrificio, la tecnica, il coraggio ed il rispetto dell’avversario diventano determinanti”Essere sempre leali e semplici era il suo motto. Fu insignito della stella al merito sportivo. Lascia un vuoto incolmabile, ma restano i suoi insegnamenti di vita.
I figli sono due noti esponenti della avvocatura salernitana, Aurelio e Fabio Mammone. Fabio è impegnato anche in politica ripercorrendo, in parte, una passione che fu anche del papà che segui’ la gloriosa Democrazia Cristiana. Ma erano altri tempi ed altri uomini.
I funerali domami, martedì, a Salerno presso la Chiesa del Sacro Cuore alla Ferrovia, ore 10.
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