“E questo è stato l’elemento decisivo che ha pesato nella mia valutazione” perché una decisione unilaterale dell’Italia “avrebbe costi ingenti per le casse dello Statoe quindi chiare ripercussioni negative”.
“Quando si ha a che fare con accordi internazionali tra due Paesi – ha rimarcato il premier – già ratificati da entrambi i Parlamenti, si hanno infatti due strade per venir meno alla precedente intesa: o si raggiunge un nuovo accordo bilaterale – strada che, come ho detto, ho perseguito fino alla fine invano – oppure si assume la responsabilità di procedere con una determinazione unilaterale”.
“Da qui la mia affermazione che oggi – a queste condizioni, cioè senza un accordo con la Francia – fermare l’opera sarebbe più svantaggioso che realizzarla. L’eventuale decisione unilaterale necessiterebbe, evidentemente, di un passaggio parlamentare”.
Dopo il sì del premier Conte al Tav, non si placa neanche l’ira dei 5 Stelle che insistono: deve decidere il Parlamento. A ribadire la posizione dei grillini è il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: ”Il Movimento 5 Stelle ha sempre detto che la Tav non va fatta.
Nel contratto di governo è prevista una rivisitazione dell’opera. Deciderà il Parlamento e M5S dirà no”. ‘Si vedrà in Parlamento quali sono le priorità delle altre forze politiche, se vogliono fare un favore ai francesi” , ha poi aggiunto Bonafede, ricordando che ”l’opera era già stata decisa da precedenti governi” e che ”si deve tenere conto degli accordi che sono stati fatti con la Francia”
Sull’argomento a mezzo social è intervenuto anche il Governatore De Luca con due post. Il primo è contro Toninelli: «Toninelli: sotto la permanente, la #TAV». E poi: «Dieci anni di salti in piazza, un anno di palle, indagini costi/benefici. Risultato: la #Tav si fa. Cinquestelle truffatori politici».