Undici persone sono finite agli arresti, cinque in carcere e sei ai domiciliari, con l’accusa di essere gli autori di una serie di rapine messe a segno in città. La tecnica della banda si basava appunto sul fatto che i rapinatori si presentavano alla vittime – tutte coinvolte in attività illegali – come agenti di Polizia. Le misure cautelari, emesse dal gip del tribunale, sono state richieste dal Pm Lucia Minutella che ha coordinato le indagini degli agenti della questura di Milano.
L’attività del gruppo, che colpiva prevalentemente nel capoluogo lombardo e nel suo hinterland, era già stata gravemente compromessa dall’arresto in flagranza eseguito da personale del commissariato Scalo Romana di sei componenti del gruppo, bloccati all’interno dell’abitazione di un cittadino marocchino nel comune di San Giuliano Milanese.
In quella circostanza gli autori della rapina avevano ammanettato la vittima ad una sedia e stavano simulando una perquisizione alla ricerca di denaro o droga; l’intervento dei veri agenti aveva consentito di sequestrare una pettorina originale della polizia di Stato, una pistola a gas, manette del tutto simili a quelle in uso alle forze di polizia e un capellino con la scritta polizia di Stato. Per quest’ultimo fatto, tutti gli arrestati sono stati sottoposti a misura di custodia cautelare e condannati in primo grado dal tribunale di Lodi, territorialmente competente.
L’ordinanza, cui si è data esecuzione oggi riguarda due rapine commesse nel mese di Marzo 2018. La prima delle due compiuta simulando un controllo di polizia in danno di tre cittadini egiziani fermati a bordo della loro auto lungo la via Gratosoglio; nelle fasi del finto controllo uno dei rapinatori è salito a bordo dell’auto delle vittime e si è dato alla fuga, immediatamente seguito dai suoi complici. La successiva attività d’indagine ha consentito di accertare che all’interno del veicolo vi erano due valigie contenenti complessivamente la somma in contanti di 100 mila euro provento di illecite attività.
La seconda rapina è stata compiuta dagli stessi soggetti in località San Donato in danno di un pluripregiudicato per stupefacenti di nazionalità marocchina. Nella circostanza gli indagati qualificandosi quali appartenenti alla guardia di finanza, di cui indossavano pettorine originali, hanno atteso l’arrivo della vittima nei pressi della sua abitazione. All’arrivo della stessa dopo avergli puntato una pistola alla schiena ed averlo ammanettato si sono fatti condurre all’interno del suo domicilio, dove hanno simulato una perquisizione.
Prima di allontanarsi i due autori materiali della rapina hanno abbandonato la vittima ancora con le manette ai polsi nel seminterrato dello stabile e solo l’arrivo di una pattuglia dei carabinieri ha consentito di liberarlo. Quest’ultimo ha dichiarato che nel corso della rapina nulla era stato asportato dalla sua abitazione. La successiva attività d’indagine ha consentito di risalire all’esatto ammontare della refurtiva corrispondente a 40 mila euro provento dell’illecita attività di spaccio di cocaina.
L’indagine, durata sei mesi, ha consentito di sventare altre rapine che gli indagati stavano pianificando, grazie all’intercettazione degli apparati Gps che i banditi piazzavano sulle auto delle loro vittime per monitorarne i movimenti.