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Carabiniere ucciso a Roma: trovata l’arma del delitto

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Sono Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth i due cittadini americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. A entrambi è contestato omicidio e tentata estorsione, ma a infliggere le otto coltellate che hanno ammazzato il militare sarebbe stato il 19enne, Elder Finnegan Lee. Così si legge nelle tre pagine di decreto di fermo. Lo scrive il Corriere.it

Nel corso della perquisizione della camera d’hotel, occupata dai due fermati, è stata trovata e sequestrata l’arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro ad un pannello a sospensione del soffitto, nonché gli indumenti indossati durante il reato. I due, una volta in caserma, sono stati interrogati dai Carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma, e hanno confessato tutto.

Era nascosto in una fioriera esterna, vicina all’hotel dove Elder Lee e Natale Hjorth alloggiavano, il borsello rubato allo spacciatore. È quanto emerge dal decreto di fermo per i due americani per l’assassinio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega

Le indagini hanno consentito di accertare che poco prima dell’omicidio, i due giovani statunitensi avevano sottratto uno zaino ad un cittadino italiano, minacciandolo, nel corso di una telefonata, di non restituirglielo se non dietro la corresponsione di 100 euro ed un grammo di cocaina. Successivamente, i carabinieri, contattati dalla vittima che aveva denunciato l’accaduto, si sono presentati all’appuntamento per bloccare i malfattori, i quali, nonostante i militari si fossero qualificati come appartenenti all’Arma non hanno esitato ad ingaggiare una colluttazione, culminata nel tragico ferimento mortale del Vice brigadiere. I fermati sono stati portati nel carcere di Roma Regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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