Aveva solo 35 anni, si era sposato il 19 giugno scorso, si dedicava al suo lavoro con passione e grande competenza, ma è stato brutalmente aggredito proprio nello svolgimento del suo dovere, mentre aveva fermato, insieme a un collega rimasto altrettanto ferito, i responsabili di un furto ed estorsione. Il vice brigadiere è stato accoltellato con una violenza inaudita, ha ricevuto 8 coltellate, fra cui una all’altezza del cuore e una alla schiena.
Mi ha colpito leggere la sua storia. Quando non lavorava, faceva volontariato: era barelliere per l’Ordine di Malta e accompagnava i malati a Lourdes e a Loreto. Soprattutto, ogni settimana, si dedicava ai senzatetto e agli emarginati che vivono nei pressi delle Stazioni Termini e Tiburtina, ai quali distribuiva pasti e dava assistenza. Aiutava nel silenzio chiunque fosse in difficoltà.
Era un figlio del Sud, un uomo dalla profonda umanità, umile e vicino alla gente, un carabiniere modello. Penso ai Carabinieri, che sono il principale presidio di legalità nelle nostre città, nei nostri territori e nella nostra vita quotidiana. E penso a tutte le forze dell’Ordine che lavorano tutti i giorni al nostro fianco, perché la gente possa ritrovare sicurezza e fiducia nelle istituzioni, mettendo anche a repentaglio la propria vita.
Ma soprattutto penso al dolore immenso della famiglia, alla quale ci stringiamo tutti con grande rispetto.
Innanzitutto il rispetto per una famiglia che dovrà assistere oggi ai funerali del figlio, marito e fratello nella stessa chiesa di Santa Croce a Somma Vesuviana, dove un mese e mezzo fa il carabiniere si era sposato.
Ma anche il rispetto per una famiglia che ha dovuto assistere alla triste e volgare propaganda politica di tutto il mondo sovranista italiano che, in queste ore, ha strumentalizzato la morte atroce di un coraggioso carabiniere in una ennesima caccia al migrante.
Il vice brigadiere Rega è stato usato come carne da macello, come strumento di propaganda del terrore, violando senza pudore non solo la dignità del giovane di 35 anni e dei suoi cari, ma anche dell’Arma dei Carabinieri e delle forze dell’Ordine, delle istituzioni italiane, del garantismo che contraddistingue la nostra Repubblica, di ogni principio dello stato di diritto e di 5 milioni di immigrati innocenti.
Sono stati poi arrestati due giovani statunitensi, uno dei quali ha confessato le proprie responsabilità. Di fronte alla morte bisognerebbe portare maggiore rispetto e tutti noi, soprattutto noi rappresentanti delle istituzioni, dovremmo prendere esempio da Mario Cerciello Rega, dalla sua onestà, dalla sua dedizione e dalla sua umiltà.
A nome mio, del Consiglio provinciale e di tutti i cittadini della nostra provincia, invio le più sentite condoglianze ai familiari del giovane carabiniere ucciso, all’Arma e al collega Andrea Varriale rimasto ferito.”
Il Presidente della Provincia di Salerno – Michele Strianese
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