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Non ho ucciso io D’Onofrio: Eugenio Siniscalchi si professa innocente

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Eugenio Siniscalchi si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip Marilena Albarano, ma ha fatto mettere a verbale una dichiarazione generica di innocenza rispetto all’accusa di aver ucciso Ciro D’Onofrio (nella foto). Siniscalchi, detenuto per reati di droga, si professa dunque estraneo all’omicidio ma – assistito dal suo legale, l’avvocato Silverio Sica- preferisce evitare il confronto con gli inquirenti.

La vigilia dell’interrogatorio di garanzia di Eugenio Siniscalchi è stata viziata dalla denuncia degli spari che sarebbero stati esplosi, ieri sera, contro la vettura a bordo della quale viaggiavano il padre, la madre e la compagna del presunto killer di Ciro D’Onofrio.

I parenti di Siniscalchi – che da San Mango erano in viaggio per raggiungere lo studio dell’avvocato Silverio Sica a Salerno – hanno cambiato direzione arrivando a Fratte, dove hanno denunciato tutto alle forze dell’ordine.

Per l’intera serata si è cercato il bossolo del proiettile che sarebbe stato esploso da due persone, a bordo di uno scooter all’indirizzo della vettura dei Siniscalchi. Ma poliziotti e carabinieri non avrebbero trovato nulla. Da non escludere l’ipotesi che possa essere stata usata una pistola scacciacani.

Alcune persone sono state sentite fino a notte fonda, ma senza esito. E da verificare c’è pure la circostanza che le due persone a bordo del motorino fossero riconoscibili perché indossavano un casco a scodella, e che fossero vicine alla famiglia D’Onofrio.

Elementi sui quali gli inquirenti stanno lavorando e che potrebbero condizionare l’evolversi del quadro d’indagine. Se tutto fosse vero, potrebbe trattarsi di un messaggio intimidatorio alla vigilia dell’interrogatorio di Siniscalchi oppure di una sete di vendetta non ancora placata.

Fonte Liratv.com

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