Si ipotizza che, dietro l’avvertimento lanciato dai due ragazzi, possa esserci qualcosa di diverso della semplice vendetta per l’assassinio del padre di Carmine, Ciro D’Onofrio. Una vendetta annunciata già due anni prima. E, anche se sulla portiera dell’auto di Siniscalchi non sono stati trovati segni dei colpi di arma di fuoco esplosi dal giovane D’Onofrio, il racconto delle vittime, in alcuni aspetti un po’ contraddittorio, lascerebbero pensare che probabilmente dietro ci sia molto di più.
Spari contro i Siniscalchi: fermati il figlio di D’Onofrio, e il cugino Vincenzo
Sono stati fermati dalla Squadra Mobile di Salerno Carmine D’Onofrio e il cugino Vincenzo Ventura accusati da Gaetano Siniscalchi, il padre del presunto killer di Ciro D’Onofrio, degli spari verso l’auto sulla quale l’uomo viaggiava assieme alla moglie e alla compagna del figlio arrestato. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola. Ad incastrare i due sarebbero stati gli esiti dello stube.
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