Delfini morti, 37 in Toscana. Dalle analisi ecco scoperto il motivo

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Dopo la notizia dell’ennesimo caso di delfino morto, arrivano le prime risposte sui motivi di una moria così consistente. Prosegue la moria di delfini in Toscana, in giornata è stato rinvenuto un altro esemplare morto, un tursiope, a cinque miglia al largo dalla foce del Serchio. Il corpo dell’animale, in stato di decomposizione, è stato notato galleggiare da un diportista. Lo rende noto l’Agenzia regionale per l’ambiente Arpat. È il trentasettesimo caso dall’inizio dell’anno ed il ventesimo dall’inizio di luglio in Toscana.

Sarebbe il Morbillivirus la causa dei numerosi decessi dei delfini trovati spiaggiati lungo le coste toscane nel corso degli ultimi mesi. Lo rileva l’unità operativa Toscana nord dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana che ha trasmesso all’assessorato regionale all’ambiente l’esito delle analisi degli organi prelevati da quattro delfini spiaggiati.

In tutti, si legge ancora, è stata riscontrata «una importante positività per il Morbillivirus dei cetacei (CeMv). Le indagini istologiche ed in parte quelle batteriologiche risultano ancora in corso ma i dati preliminari sembrerebbero confermare il sospetto diagnostico per CeMv. In Toscana già nel 2013, e ancora nel 2016, si è assistito ad importanti epidemie di tale virosi tra i cetacei, che però hanno interessato principalmente la specie Stenella striata».

La relazione conclude ricordando che «ulteriori indagini di epidemiologia molecolare, per stabilire una eventuale correlazione tra le epidemie del 2013 e del 2016, sono in corso sugli stipiti virali isolati». Per l’assessore toscano all’ambiente Federica Fratoni, «è una risposta che in qualche modo ci aspettavamo, ma che non può certo rallegrarci visto che nel 2013 il Morbillivirus CeMv causò la morte di molti delfini. Si tratta di un virus pericoloso esclusivamente per i cetacei, che i delfini si trasmettono attraverso il contatto fisico. Dunque al momento non sembrano esserci pericoli ambientali».

«Attendiamo l’esito della altre quattro autopsie effettuate – conclude l’assessore – e delle analisi ecotossicologiche portate avanti dall’Università di Siena su richiesta della Regione Toscana, ma le analisi del primo gruppo non lasciano spazio a molti dubbi».

Fonte LaNazione.it

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