Tutto è stato possibile grazie alle guardie zoofile ambientali Norsaa di Latina. Il cane era stato trovato vagante e il microchip ha permesso di riportarlo a casa. Un momento commovente quello del riconoscimento che sfocia in un pianto liberatorio.
Dopo la sparizione di Maya, la sua padrona ha provato a cercarla ovunque. Ma non le restava che fare denuncia di smarrimento e sperare. Per otto lunghi anni di Maya nessuna traccia, finché ai primi di agosto Silvia riceve una telefonata dalle guardie zoofile ambientali. Un cane rinvenuto vagante è di sua proprietà.
“Silvia è incredula, la sua Maya è ancora viva e sta per tornare da lei”, si legge nel post su Facebook del Norsaa di Latina che, con foto, testimonia il momento di ricongiungimento tra le due.
Grazie al microchip si è arrivati a Silvia, il legittimo proprietario, “anche se – raccontano gli operatori – non è stato facile contattarla, perché il numero fornito anni fa al momento dell’iscrizione in anagrafe canina non era più attivo”.
Un lieto fine che non spazza via il mistero intorno a ciò che è stato di Maya per otto anni. Indagini sono in corso per ricostruire tutta la storia. “Di certo, c’è stata un’appropriazione indebita – spiegano le guardie zoofile, – dal momento che il cane era regolarmente censito con microchip all’Anagrafe Canina della Regione Lazio”.
Fonte TgCom.it