“Sono distrutta, abbiamo avuto fino all’ultimo la speranza che Simon fosse ancora vivo”, dice a caldo Asha, studentessa danese che condivideva a Roma l’appartamento con Simon. “Sono momenti terribili”.
I genitori del giovane hanno appreso la notizia nell’albergo di Policastro in cui alloggiano. Con il padre, la madre ed il compagno di quest’ultima, c’è anche la sorella di Simon.
Ad informarli sono stati gli amici francesi del ragazzo, che lo hanno saputo da un giornalista. Un equipe di psicologi francesi, messi a disposizione dall’ambasciata, hanno raggiunto l’ albergo. Un epilogo drammatico al termine dell’ennesima giornata di ricerche, caratterizzate da una sola novità: il ritrovamento di tracce di sangue in prossimità della spiaggia della Molara di Scario.
I reperti erano stati portati per gli esami nel laboratorio di analisi dell’ospedale di Vallo della Lucania, ma ormai è tutto inutile. Sul posto delle ricerche oggi sono arrivati anche l’ambasciatore di Francia a Roma, Christian Masset ed il padre di Simon. In mattinata, a Salerno, il prefetto Francesco Rosso aveva incontrato il diplomatico per fare un punto di situazione, sottolineando il massiccio spiegamento di forze in campo con il coinvolgimento di unità di personale specializzato dei Vigili del fuoco e del Soccorso Alpino.
Le ricerche – i cui presunti ritardi sono stati smentiti dalla prefettura – si sono svolte su un territorio vasto e con molte asperità, con dirupi e inghiottitoi. Sono stati utilizzati anche i cani molecolari, addestrati per muoversi in territori montani, elicotteri e droni.
Tanti i volontari della Protezione civile che hanno battuto la zona, insieme a una ventina di amici di Simon, giunti dalla Francia. A dare l’allarme era stato proprio l’escursionista francese con una telefonata al 118, venerdì 9 agosto verso le nove del mattino.