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Salerno: nell’indifferenziato di tutto di più, i maggiori costi finiscono in bolletta

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Bottiglie di plastica, contenitori per detersivi, bottiglie di vetro, lattine di alluminio, carta, cartoni per le pizze, vaschette di polistirolo, scarti di cibo. Questo è quello che hanno trovato gli operatori di Salerno Pulita che questa mattina, in via Irno, hanno aperto alcune buste di indifferenziato alla presenza di giornalisti della carta stampata, delle televisioni e dei siti web, nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per una corretta selezione dei rifiuti solidi ubani.

“Tipologie di rifiuti che nella busta dell’indifferenziato non avrebbero dovuto esserci e la cui presenza –  ha commentato  Angelo Caramanno – assessore all’ambiente del Comune di Salerno – produce un doppio danno:  un mancato introito economico, perché parte di quei rifiuti può essere avviato al riciclo,  e un maggiore esborso economico, che si riversa sulla tassa per i rifiuti, in quanto smaltire quei rifiuti come indifferenziato costa  oggi, ma sono già annunciati imminenti aumenti, 160 euro a tonnellate”.

L’assessore Caramanno, dunque, ha rivolto un invito alle famiglie e alle attività commerciali ad impegnarsi di più nella raccolta differenziata.

A Salerno Pulita hanno calcolato che nelle 24.778 tonnellate di rifiuti indifferenziati raccolte nel 2018 c’erano ben 5mila tonnellate di organico e altrettante di carta, plastica, alluminio e acciaio. Se l’organico veniva portato all’impianto di compostaggio (una tonnellata costa 108,65 euro) e gli altri prodotti avviati alle filiere del riciclo avremmo risparmiato ben 130mila euro all’anno. Costi che finiscono in bolletta e che invece, evidenzia la società partecipata del Comune di Salerno, potrebbero essere utilizzati per migliorare i servizi e neutralizzare gli aumenti del settore senza aumentare la Tari.

Un appello a differenziare bene che è ancora più di attualità in vista dell’imminente chiusura, per manutenzione straordinaria, del termovalorizzatore di Acerra dove, dopo la tritovagliatura a Battipaglia, viene portato l’indifferenziato per essere bruciato. Per 40 giorni l’impianto resterà chiuso e l’indifferenziato dovrà essere stoccato in siti provvisori.

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