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Ventura si racconta alla Gazzetta: “Ho preso la patata più bollente della B”

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Giampiero Ventura alla vigila dell’esordio in campionato della sua Salernitana contro il Pescara, si concede in una intervista interessante al giornale “La Gazzetta dello Sport”. Incalzato dalle domande di Nicola Binda, il trainer tocca numerosi argomenti dell’attualità e del passato ritornando anche sulla parentesi in Nazionale quando era Commissario Tecnico.

Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni più importanti:

“Mi ha chiamato Lotito, mi ha chiesto una mano per ricostruire in una grande piazza dopo tre anni difficili: proprio come trovai il Torino. Ho preso la patata più bollente della B, ci vuole tempo; abbiamo fatto uno dei ritiri migliori che ricordi perché ho tanti giocatori con voglia di rifarsi. Mi piacerebbe essere ricordato per aver riportato la gente allo stadio, non per aver vinto».

«Con il presidente c’era stima anche prima, il rapporto è sempre stato vivo e poi lui è molto più simpatico di quanto si pensi. Nel 2005 mi voleva l’allora presidente Aliberti, poi la società saltò. Era destino che venissi qui. Anche per la maglia granata. Mi sarebbe piaciuto fare ancora il 4-2-4, in B si può, ma non ho uomini adatti. Quindi faccio la difesa a tre, poi posso fare il 3-5-2 o il 3-4-3». 

Sulla sua esperienza in Nazionale: «Era gratificante dopo 34 anni di carriera. Ma adesso dico no, non avrei dovuto accettarla. C’erano problematiche a livello politico che non conoscevo e poi sarebbe dovuto esserci Lippi come D.t. Dopo pochi mesi sono stato delegittimato e abbandonato»

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