“Abbiamo inserito nel simulatore quattro diversi tipi di tumori: alle ovaie, al seno, al naso e ai polmoni – ha spiegato Chou alla ‘Abc’ – Riducendo la gravità, abbiamo registrato che le cellule non riescono più a comunicare tra loro. Un effetto che incide sulla loro sopravvivenza”. L’ipotesi suggerita dalla ricerca australiana è che i tumori non possano più percepire ciò che li circonda, e quindi le cellule malate entrano nello stato di apoptosi o morte cellulare. Lo scrive AdnKronos.com nella sezione / Salute
Ora si aspetta di sperimentare direttamente nello spazio. “Ci sono dei problemi da superare per poter avviare lo studio nella stazione spaziale, limiti di peso e di ingombro. E servono almeno 200mila dollari di investimenti per trovare soluzioni miniaturizzate al device”, ha precisato Chou.
“Nella mia testa – ha aggiunto – le possibilità offerte da questa sperimentazione non sono una cura, la ‘pallottola d’oro’ per sconfiggere il cancro, ma qualcosa che possa funzionare parallelamente alle terapie esistenti, ai trattamenti farmacologici e così via, per aiutare ad aumentare l’efficienza delle terapie attualmente in uso”.
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