Il quadro è preoccupante: il 35% della superficie terrestre, dove vive il 55% della popolazione mondiale, potrebbe essere investita per almeno venti giorni all’anno da terribili ondate di calore; il 30% della superficie terrestre potrebbe essere destinata a diventare arida; le zone del Mediterraneo, dell’Asia occidentale, del Medio Oriente, del sud-ovest degli Usa e dell’entroterra australiano potrebbero diventare inabitabili; la scarsità di acqua finirebbe per affliggere due miliardi di persone e l’agricoltura mondiale imploderebbe.
Tutto questo potrebbe portare ad almeno un miliardo di “profughi climatici”. Gli scienziati ipotizzano che guerre e carestie potrebbero portare alla fine dell’umanità. I climatologi hanno infatti calcolato che, entro il 2050, dovrebbe verificarsi un fatale innalzamento della temperatura globale che andrà oltre i 3 gradi centigradi.
Nel rapporto Breakthrough National Center for Climate Restoration si afferma, per esempio, che città densamente popolate quali Mumbai, Giacarta, Hong Kong, Canton, Shanghai, Bangkok e Manila sarebbero abbandonate per l’aumento del livello del mare e per le difficili condizioni climatiche che si andrebbero a creare.
L’ipotesi degli scienziati è che esistano rischi di riscaldamento globale non presi correttamente in considerazione dagli Accordi di Parigi. Gli Accordi, infatti, hanno previsto un aumento di 3 gradi entro il 2100, senza tenere in conto il processo di “long term carbon feedback” per cui la Terra tende ad amplificare i cambiamenti climatici in negativo, accelerando i tempi del riscaldamento globale.
Fonte www.huffingtonpost.it