E’ l’esito di una ricerca del «Mediterranean Unesco World Heritage at risk from coastal flooding and erosion due to sea-level rise» che tradotto significa «Patrimonio mondiale dell’Unesco nel Mediterraneo a rischio di inondazioni costiere ed erosione dovute all’innalzamento del livello del mare».
Pubblicato su «Nature Communications» dedicata ai dossier della prestigiosa rivista scientifica, il lavoro è stato gestito da Lena Reimann dell’Università tedesca di Kiel in partnership con università inglesi. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola
In pratica i siti patrimonio dell’umanità che si affacciano sul Mediterraneo sono a rischio inondazione, ma a causa dell’innalzamento del mare questo rischio aumenterà del 50 per cento nel 2100.
In Italia sono tredici i siti ad alto rischio, ovvero Venezia, l’area archeologica di Aquileia, Ferrara e delta del Po e poi, con rischio medio e innalzamento teorizzato tra 1.6-1.8 metri, anche aree inattese come il centro storico di Napoli, costiera amalfitana, Paestum, Velia e gran parte del Cilento, Pompei, Ercolano e Torre Annunziata.