A un anno dall’avvio dell’indagine sul crollo del ponte Morandi, la Procura di Genova ha disposto nove provvedimenti a carico di altrettanti indagati: due dipendenti di Autostrade per l’Italia (che gestisce l’autostrada A10) e sei di Spea Engineering (la società del Gruppo Atlantia che opera nelle infrastrutture). L’indagine è partita dal crollo del viadotto Polcevera ma non è legata direttamente a quell’evento, bensì ai rapporti sulle condizioni di sei viadotti autostradali della rete Autostrade svolti dopo il disastro di Genova. Il pubblico ministero Walter Cotugno ritiene che le relazioni sullo stato dei ponti Pecetti (sull’A26), Paolillo (sull’A16), Sei Luci (A7/A10), Moro (A14), Sarno (A30) e Gargassa (A26) non riporterebbero le reali condizioni delle infrastrutture. Due dirigenti del VIII tronco di Autostrade e uno della Spea sono agli arresti domiciliari, mentre altri sei dipendenti delle due società hanno subito la sospensione per dodici mesi. La falsificazione dei rapporti sarebbe emersa durante gli interrogatori di alcuni tecnici della Spea nell’indagine sul ponte Morandi, che avrebbero dichiarato che le relazioni a volte erano state cambiate sulla base delle disposizioni di un supervisore.