“Il tutto è iniziato tre giorni fa, in occasione dell’incontro per l’accoglienza. La dirigente, parlando alla platea, ha affermato ‘invece di fare le treccine, comprassero i libri’, rivolgendosi palesemente a mio nipote che era l’unico bambino con quella acconciatura. Poi ha aggiunto ‘chi porta le treccine non può essere una persona acculturata’.
Dinanzi le rimostranze di mia figlia le ha sbattuto la porta in faccia. Stamattina poi ha impedito a mio nipote di accedere a scuola. Non abbiamo parole. Noi abbiamo sempre rispettato tutte le regole. Abbiamo contattato le forze dell’ordine, appena possibile sporgeremo querela”.
“Qualora quanto raccontato dalla signora dovesse essere confermato dalle evidenze – affermano Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte Gianni Simioli – saremmo di fronte ad un fatto di una gravità senza precedenti, una vicenda ai limiti dell’assurdo. L’atto di escludere uno studente a causa delle treccine è discriminatorio e ingiustificabile. Tra l’altro stiamo parlando di un minorenne, un ragazzo di 13 anni, lasciato in strada mentre i genitori pensano che si trovi a scuola.
Abbiamo inviato una nota all’ufficio scolastico regionale e al Miur evidenziando quanto raccontato dalla signora. Occorre appurare le responsabilità della dirigente scolastica in questa stucchevole vicenda”.
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