La vicenda nasce dalla compagna del militare che si era rivolta telefonicamente ai Carabinieri della stazione di Gioi Cilento per un consiglio, in quanto la stessa, immaginava di essere incappata in una truffa.
Evidentemente la telefonata era stata travisata, forse i Carabinieri avevano immaginato che si trattasse di un litigio con il compagno e dunque procedevano al sequestro cautelativo delle armi detenute dal militare, che oltre ad essere un addestratore specializzato dell’esercito italiano, è anche un appassionato cacciatore.
Una passione, quella per l’attività venatoria, tanto forte per il militare che non poteva di certo rinunciare solo per un equivoco tra la propria compagna e i carabinieri.
Pertanto, ha deciso di ricorrere alla giustizia amministrativa affidando il ricorso agli avvocati Ciro Aquino e Modestino Iannaccone, che hanno sostenuto che seppur la coppia ha avuto in passato momenti di crisi, mai si sarebbero verificate minacce con l’uso delle armi da parte del miliare nei confronti della propria compagnia.
Un ricorso reso necessario da parte del militare anche per non pregiudicare la propria professione. La tesi dei due legali Aquino e Iannaccone, è stata accolta pienamente dai giudici amministrativi.
Così i magistrati, stante la manifesta fondatezza del ricorso, hanno annullato il decreto impugnato siccome viziato da eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione, facendo salva la possibilità dell’Amministrazione resistente di ricercare altri elementi o presupposti per l’eventuale adozione di ulteriori provvedimenti.
Dunque, un lieto fine per il militare-cacciatore che ha ottenuto dal Tar di Salerno, giusto in tempo per l’apertura della stagione venatoria 2019/2020, la licenza di caccia ed i propri fucili per continuare ad esercitare la sua grande passione.
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