Sino a qualche mese fa, l’esecutivo Lega-M5S voleva assorbire gli 80 euro nella Flat Tax, la grande riforma della Lega di Matteo Salvini, con l’assenso dei pentastellati che da sempre avevano visto nel bonus del governo Renzi più una misura elettorale che un strumento di rilancio dei consumi. Ma ora, lo strumento tanto vituperato ritorna utile e potrebbe essere trasformato, o addirittura potenziato, per alleggerire il fisco in favore della fascia di lavoratori dai redditi medi e bassi.
Tra le ipotesi al vaglio del Mef ci sarebbe l’estensione del bonus (a cui attualmente possono accedere i redditi tra 8 mila e 26 mila euro) a chi si trova sotto la soglia della no tax area e per le fascia medie che potrebbe arrivare fino ai 28 mila euro, o superare addirittura il secondo scaglione Irpef arrivando ai redditi fino ai 36 mila (ma sotto forma però di detrazione).
Complessivamente il beneficio netto in busta paga sarebbe di circa 1.500 euro all’anno per i redditi più bassi, e i vantaggi progressivi sarebbero evidenti sino ai 30 mila euro lordi all’anno. Un bell’aiuto per il portafoglio degli italiani, nel rispetto di quanto previsto nei punti del Conte Bis, rilanciato dallo stesso premier qualche giorno fa che ha dichiarato la priorità di “attuare un sostanzioso taglio delle tasse da accompagnare con una seria lotta all’evasione”.
Resta il nodo delle risorse economiche a copertura della misura, considerando che per ogni punto di cuneo fiscale tagliato il costo per le casse dello Stato è di circa 2,5 miliardi di euro ma l’esigenza di una riforma su questo tema pare evidente: secondo l’Ocse nel 2018 la busta paga di un lavoratore italiano medio con reddito di circa 30 mila euro lordi, il livello di tassazione raggiunge il 47,9%.