A seguirlo, quasi contemporaneamente, è stato Fabio Grimaldi, che ha replicato la base di organizzazione per il suo gruppo, scegliendosi un braccio destro ed una serie di collaboratori capaci di spostarsi rapidamente nelle varie zone di spaccio controllate, seguendo una tabella oraria precisa ed utilizzando per le consegne mezzi che cambiavano di continuo per confondere le acque.
Entrambi – Pastore e Grimaldi – ieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia in carcere. Solo Pastore avrebbe negato l’esistenza di una vera e propria associazione. Con loro hanno fatto scena muta altri quattro spacciatori, tra questi quell’Antonio Fuoco già condannato per aver ucciso la sua cagnetta a calci.
Tutti gli altri, invece, hanno collaborato ed in parte ammesso le proprie responsabilità, guadagnandosi i domiciliari. Gli inquirenti cercano riscontri ulteriori al quadro probatorio già documentato da intercettazioni e videoregistrazioni.
In particolare, prendono corpo il rapporto osmotico tra i due gruppi; e le due aggravanti condivise dal Gip su impostazione della Procura: ovvero la scarsa qualità della cocaina, dell’eroina e del metadone venduto a migliaia di clienti (almeno 50mila le richieste di droga accertate) e lo spaccio smodato davanti alle scuole o nelle piazze centrali di Salerno.
Due fattori di forte impatto ed allarme sociale: il primo perché prova il rischio ulteriore legato al consumo di stupefacente tagliato male; il secondo, perché conferma il crescente numero di assuntori di droga in città, senza distinzione anagrafica e di classe sociale.
Fonte Liratv.com