Siamo stati sempre noi a inviare una proposta all’Assessore alle Finanze per far includere ad esempio ad includere anche i gestori delle locazioni brevi dall’obbligo di prelievo della tassa di soggiorno. I novanta giorni minimi di chiusura non rispondono ad un preciso dato numerico indicato dall’Agenzia delle Entrate che nella circolare 180 chiarisce e distingue l’attività continuativa da quella non continuativa.
Nel corso degli ultimi anni, abbiamo sperimentato che in caso di accertamento fiscale verso operatori ricettivi di bed and breakfast, veniva contestata la continuità, obbligandoli poi all’apertura di una partita iva. Ecco perché come associazione ci siamo preoccupati, nel tutelare chi svolge un’attività integrativa del reddito, di stimolare l’Amministrazione ad approvare un regolamento nel quale fosse chiarito un periodo minimo di chiusura, una precisa rendicontazione all’Ente con comunicazioni quadrimestrali delle effettive aperture, al fine di tutelare l’operatore in caso di controlli fiscali.
Fra l’altro è una prassi che adoperiamo ormai da alcuni anni anche a Napoli, che sempre su nostra proposta, alcuni anni fa adottò un regolamento per i bed and breakfast, puntando ai 240 giorni di apertura massima e quindi più stringente rispetto a quanto proposto al Comune di Salerno. E’ bene chiarire che il fenomeno ricettivo extralberghiero è assai giovane in Italia, ed è esploso solo negli ultimi anni.
L’obiettivo dell’Abbac è la tutela degli operatori e la piena applicazione di regole e legalità. L’introduzione del Dl50/2017 e successiva normativa ha allargato le maglie dell’offerta ricettiva, consentendo di evitare scie amministrative al Suap, effettuando locazioni brevi al di sotto dei trenta giorni.
Tuttavia è mancato un passaggio significativo che era stato imposto dal legislatore ai portali online di prenotazione che non hanno voluto fare da sostituti di imposta prelevando la cosiddetta “cedolare secca “ pari al 21% al lordo del costo locazione, determinando uno squilibrio con chi invece opera in forma di integrazione del reddito ed è costretto a rispettare i parametri normativi.
Auspichiamo che siano fugati i dubbi e chiarito che l’Abbac tutela e promuove la sana attività ricettiva extralberghiera ed ospitalità diffusa che sta già consentendo a migliaia di famiglie in Campania non solo nelle maggiori località turistiche. Un target economico rilevante che sta determinando di evitare la fuga di molti giovani, il recupero di immobili esistenti e un’offerta variegata sempre più ricercata ed amata dai viaggiatori. Salerno è riferimento fondamentale di un percorso di valorizzazione e legalità per un sano turismo che porti ad evitare squilibri e garantire i consumatori”
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