Anche a Salerno migliaia di studenti in piazza per il Global Strike sul clima

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La settimana d’azione in risposta alla chiamata mondiale di Fridays For Future è iniziata. In più di 160 città italiane, tra cui anche Salerno, studenti e cittadini comuni oggi sono scesi in strada in occasione del terzo Sciopero Globale per il Futuro per gridare a gran voce che la crisi climatica sta arrivando e si deve fare tutto il possibile per fermarla. Siamo in una vera e propria emergenza e dobbiamo agire di conseguenza!

I manifestanti hanno presentato al Comune di Salerno la richiesta di Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale, chiedendo al Sindaco di unirsi alle migliaia di città che hanno già da tempo dichiarato l’emergenza.

Anche a Salerno dal 20 settembre gli studenti sostengono, come in tutta Italia, la mobilitazione per la Climate Action Week che nella giornata di oggi ha raggiunto il suo apice confluendo con un corteo di centinaia di persone, con l’adesione di decine di associazioni.

“Giustizia ambientale non può esistere senza giustizia sociale”; è questo il messaggio che Fridays For Future Salerno ha voluto lanciare perché lottare per il Pianeta significa anzitutto combattere il modello economico predatorio attuale, puntando il dito contro chi è responsabile della speculazione e della devastazione dei nostri territori. La lotta è unica ed internazionale.

La manifestazione si è aperta con uno striscione con su scritto: “Contro colonialismo e speculazione al fianco dei Mapuche” esposto dinanzi al locale commerciale del colosso Benetton, responsabile del furto di 900.000 ettari di terreno alla popolazione Mapuche e della cacciata di quest’ultima dalle proprie terre la cui presenza incompatibile con il progetto economico della famiglia italiana.

Alla spiaggia di Santa Teresa invece si è svolta l’assemblea pubblica in cui sono intervenuti gli studenti della provincia salernitana, discutendo di temi ambientali riguardanti il territorio salernitano, centrando l’attenzione su energia e mobilità sostenibile, temi ancora marginali del dibattito cittadino.

La protesta non basta. E’ necessario lavorare sull’assunzione di buone pratiche non solo individuali ma dell’intera comunità affinché la sostenibilità non sia più un obiettivo impossibile. Bastano poche azioni collettive come quella organizzata venerdì 20 a Corso Vittorio Emanuele dove tantissimi volontari hanno raccolto circa 10 kg di cicche di sigaretta gettate a terra da cittadini distratti. Serve una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. La transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica.

Attraverso le iniziative di Fridays For Future, studenti e cittadini chiedono un forte rilancio delle energie rinnovabili, per elettricità e trasporti, sostanziosi interventi per il risparmio e l’efficienza energetica, per i consumi civili e industriali, un rafforzamento della gestione sostenibile delle foreste, misure di contrasto al consumo di suolo, il taglio dei 16 miliardi di incentivi ai combustibili fossili (dati 2017 del Ministero dell’Ambiente), nonché un taglio ai sussidi agli allevamenti e altre attività agricole non sostenibili economicamente e ambientalmente.

Al Governo italiano si chiede di attuare oggi stesso la transizione dal modello delle fonti fossili a quello delle energie pulite e rinnovabili, per evitare al Paese gli effetti degli sconvolgimenti climatici, il declino economico, industriale e sociale. Il settore è tecnologicamente maturo per una sostanziale transizione e per raggiungere l’obiettivo zero emissioni al 2030.

2 Commenti

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  • Scendono in piazza per non andare a scuola e fare una passeggiata sul lungomare. Ma quale global strike ???

  • Giustamente, mica potevano farsi sfuggire l’occasione di evitare un altro giorno di lezioni! Città invasa da scooter e minicar, ragazzi che apprtengono alla generazione più consumistica della storia, il cui scopo è seguire mode e cattivi esempi, a scapito della crescita culturale. Si è avuta la prova di quanto retorico e inutile sia questo movimento paraecologista reclamizzato dalla ragazzina svedese. Voglio proprio vedere questi giovani, a quali delle loro comodità e agiatezze rinuncerebbero per il proprio “futuro”.

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