In pratica simulò un pagamento fornendo il suo codice Iban facendolo passare come quello del beneficiario. In realtà, quel codice era associato alla carta prepagata del 29enne, che alla fine del movimento si procurò 7200 euro.
L’avvocato truffato, invece, risultava il mandatario del pagamento: dalla sua casella di posta elettronica era partito l’ordine, in qualità di amministratore, al referente, che eseguì il pagamento.
Il legale scoprì la cosa il 18 luglio 2017, poco dopo il bonifico. Nel chiedere spiegazioni, apprese che dal suo studio legale erano partite due mail, con fattura, Iban e coordinate bancarie.