Se la piattaforma Rousseau avesse competenze estere, uno potrebbe chiamarla a supporto. Così non è, la diplomazia richiede reazioni articolate che non possono risolversi con un “si” o un “no”.
Viene in missione il Segretario di Stato americano dal cognome manifestamente italiano. Eccolo ripercorrere l’itinerario della memoria, degli antenati che dal villaggio d’Abruzzo partirono in America in cerca di fortuna.
La fortuna la trovarono i discendenti, l’ultimo dei quali, Michael detto Mike, ascende le scale del potere a Washington prima come Direttore CIA e ora come Segretario di Stato. Una carriera ragguardevole che premia l’abnegazione e il patriottismo di un Americano che non dimentica le radici.
La visita di Pompeo è preceduta da un paio di missioni di un suo collega d’Amministrazione per un caso di spionaggio, il Russiagate, in cui non si comprende chi spiava per chi e contro chi. Un caso da intricata storia di spionaggio, solo che questa non è scritta dal sommo Le Carré, le cui trame sono coerentemente indecifrabili, ma da personaggi della vita reale.
I personaggi si muovono fra università, centri studi, uno dei quali inevitabilmente a Londra, città di elezione di Le Carré e Frederick Forsyth, al servizio di servizi di varie potenze. Il filo fra USA e Russia, il più classico dalla Guerra Fredda in poi, passa per Roma dove si spezza nei ristoranti e si confonde nel disordine generale.
L’intervista a Repubblica di un’avvocata di origine casertana (Caserta: altro topos letterario) chiarisce alcuni punti della trama. In apparenza. A leggerla con attenzione si notano più le note opache che le chiare. Alla lontana, e per fortuna dei protagonisti, rimanda a certi passaggi della vicenda Regeni.
Un giovane anche allora ingaggiato da un ente britannico per condurre indagini da cui non fece più ritorno. L’avvocata in questione fa felicemente ritorno e rilascia dichiarazioni liberatorie circa il proprio ruolo. Del tipo: io non c’ero e se c’ero nulla ho visto.
Il Segretario di Stato avrebbe chiesto aiuto se non lumi all’omologo italiano. Fra alleati e amici, oltre che compatrioti alla lontana, una mano ce la possiamo dare. Come giusto, non si conosce il tenore preciso dell’eventuale richiesta né dell’eventuale risposta. Il caso è troppo delicato per essere oggetto di indiscrezioni.
La vicenda si fa palpitante nell’approssimarsi dell’anno elettorale. La vera elezione: quella del Presidente americano.
Il Presidente del Consiglio riferirà alle istanze parlamentari, non si può che rinviare il chiarimento alla sede istituzionale.
Il silenzio del mondo politico conferma quanto gli affari esteri siano estranei all’agone quotidiano. Se quanto si narra ha un qualche fondamento, l’intrigo vede in gioco i due massimi attori globali nel momento in cui il mondo fronteggia la crisi dei dazi con la Cina e con l’Europa. La sfida mette in discussione la libertà commerciale e, in generale, il multilateralismo.
La nostra attenzione è ripiegata sul cuneo fiscale, su quota 100, sul reddito di cittadinanza. Temi importanti per la cittadinanza, poco rilevanti rispetto a quanto accade attorno.
Cosimo Risi