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‘Venga, sua figlia non si è sentita bene’ la telefonata che gela il cuore

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Una telefonata: venga, sua figlia non si è sentita bene. Il cuore sale per la gola fermandosi nella trachea non lasciandoti respirare.

La salivazione si blocca. Ti infili in auto come ti trovi e con chi può, e scappi. Vorresti volare.

I pensieri si affollano confusi nel cranio premendo dall’interno accalcandosi alle meningi.

Arrivi a scuola in apnea. Ancora non capisci, non puoi capire ma troppi sguardi strani, tristi, sfuggenti ti accompagnano nei corridoi che trasudano ammutoliti di sgomento. E il tuo cuore sale fino alle tonsille. Provi a deglutire ma non ci riesci.

Entri in classe nel silenzio dei presenti con le lacrime consumate e vedi la carne della tua carne spenta e scolorita a terra. I sanitari hanno un ghigno stampato sul volto e fanno cenno con la testa e le braccia aperte nel vuoto che non c’è stato nulla da fare. Il sangue completa il processo di raggelamento dando al tuo cuore solo il tempo di uscire dalla gola e andarsene assieme a quello di tua figlia.

[Stasera, prima di addormentarci, abbracciamo forte i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri fratelli, i nostri genitori, i nostri cari. È l’unico modo per unirci all’immane e tragico dolore di Vinicio, #Maddalena e #Giuseppe. E dare valore al sorriso di #Melissa].

Lo scrive il consigliere comunale Leonardo Gallo

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