Quello del patto con il Pd è il fronte più delicato del movimento. Tra Grillo e il presidente della Camera Roberto Fico favorevoli e proprio Luigi De Maio più recalcitrante.
«Qui i militanti ci dicono ma allora fate un’alleanza con De Luca? Ma neanche per sogno», chiarisce subito De Maio chiudendo all’«odiato» governatore della Campania tratteggiando un modello diverso. «In Umbria il patto è che se vinciamo nessun partito nomina assessori. E né noi, né il Pd ha messo un nome in campo. Ma se vinciamo – avverte – dopo 70 anni libereremo l’Umbria dai partiti e Vincenzo (Bianconi, il candidato presidente, ndr) avrà mani libere».
«Ma allora non parliamo più male del Pd?», si domanda retorico. «No – aggiunge – da oggi noi parliamo solo delle cose da fare». E riecco il modello da adottare per le Regioni che De Maio esplicita con chiarezza: «Noi non faremo alleanze alle regionali ma solo patti civici dove saranno gli elettori a scegliere. Ma così libereremo per sempre le Regioni dai partiti e dalle loro correnti di potere».