Ho detto basta e ho detto ‘vediamo se riusciamo a vincere il campionato’, ho allestito una squadra per far sì che sia competitiva con un allenatore che ha dimostrato attraverso il suo curriculum di avere una storia che ha consentito a tante squadre di vincere il campionato di serie B», ha detto Lotito senza troppi giri di parole, rivendicando il lavoro fatto insieme al socio e cognato Marco Mezzaroma all’ombra dell’Arechi.
L’ho presa in Eccellenza, l’ho fatta ripescare in sere D e in quattro anni l’ho portata in serie B. Ha vinto la serie D, è andata in C2 e l’ha vinta con 15 punti di differenza, ha vinto la Coppa di Lega mai vinta in cento anni di storia, è andata in C1, ha vinto la Coppa Italia e l’ho portata in B. Forse ho imparato a fare calcio?», ha sottolineato con orgoglio Lotito che non ha mancato di commentare anche la situazione legata alle multiproprietà.
«Chiaramente se vado in serie A devo vendere la società, non c’è ombra di dubbio. Oggi le leggi sono miopi perché hanno una limitazione legata al quarto grado che è una cosa ridicola. Io sono stato il primo ad avere una doppia squadra in modo trasparente e corretto. Però adesso ho detto: poiché tutti si lamentavano, c’erano strumentalizzazioni e interventi della politica, adesso spingo l’acceleratore. Ci andrà in serie A, non lo so?
La squadra è fatta per andarci e ha le potenzialità. Se andremo in A troveremo qualcuno che la compra, le mie capacità porteranno a trovare le soluzioni».
L’ho presa in Eccellenza e l’ho portata in B. Ora però ho spinto l’acceleratore. La squadra ha le potenzialità per salire. A chi venderla? Troveremo qualcuno, le mie capacità mi faranno trovare una soluzione”