Secondo le accuse due sarebbero i principali responsabili dei tafferugli avendo usato i social network per “promuovere” la contromanifestazione, ma senza autorizzazione, alla «passeggiata per la legalità» organizzata dai leghisti di Salerno.
Secondo il magistrato, i social sono una moderna forma attraverso la quale propagandare in maniera veloce e diretta e accogliere consensi soprattutto attarverso i tag e i like. I dodici indagati, che dovranno ora difendersi in dibattimento, in quella circostanza furono individuati dai poliziotti a seguito di una serie di tafferugli. Benché nata come protesta pacifica, in fondo era «non autorizzata».