Le sanzioni detentive sono già previste nell’ordinamento italiano, ma il nuovo pacchetto prevede un inasprimento delle pene per i reati fiscali fino 8 anni di carcere, la confisca dei beni e un abbassamento da 150 mila a 100 mila euro – ma la cifra non è definitiva – della soglia per la dichiarazione infedele, per l’omessa dichiarazione e per l’omesso versamento di «ritenute dovute o certificate». In realtà, già questa appare una contraddizione rispetto alla volontà di colpire i «grandi evasori». L’abbassamento delle soglie e il contemporaneo innalzamento delle pene, sarebbero una inversione di tendenza rispetto alla riforma del 2015, quando fu deciso di alzare i limiti oltre i quali scattano i procedimenti penali per evitare che gli imprenditori in difficoltà economica, oltre a dover fronteggiare il Fisco, dovessero poi finire davanti a un tribunale.