Allo scopo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo degli stessi, è stata altresì stabilita la istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica e sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o bancomat.
C’è da dire che alcuni dati smentirebbero la vulgata secondo la quale l’Italia sarebbe maglia nera nella classifica dei Paesi che usano più denaro liquido. Se la media europea è di 117 transazioni annue pro capite, il nostro Paese si colloca a metà graduatoria con 55,9.
Mentre la Germania – locomotiva d’Europa – in cui non c’è limite al contante, è di poco distante, con 54,9. Qui da noi, i pagamenti elettronici sono in crescita; nel 2018 i 28,3 milioni di carte di credito registrate hanno totalizzato operazioni per un valore complessivo di 80,3 miliardi di euro.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, crede molto negli effetti benefici dell’intero pacchetto di provvedimenti fiscali e, sullo specifico argomento, dà personali rassicurazioni: “Andremo ad azzerare o ridurre sensibilmente le commissioni”. Già, perché fra le eccezioni mosse da ogni direzione, ci sarebbe anche quella relativa al costo della transazione, che rispetto ad altri Paesi risulta ancora elevato.
Nel corso degli ultimi anni, la tecnologia ha compiuto enormi passi in avanti; il bancomat e la prepagata son diventati di uso comune, in particolare fra i giovani, anche per le App e le funzioni annesse allo smartphone. Ma la principale obiezione riguarda la difficoltà che continuano ad incontrare le persone anziane, o comunque abituate all’uso della moneta.
Al di là degli eccessivi allarmismi, benché ridotto, l’uso dei liquidi non è affatto bandito e 2000 euro per il cittadino medio, ragionevolmente, sarebbero pure bastevoli.
Il problema sull’utilizzo o no delle carte, infondo, per la gran parte è relativo; la enfatizzazione del tema, forse, ci ha un po’ distratti dal dato, a mio avviso, più insidioso: il cittadino da ora in poi sarà monitorato; che beva un caffè, assapori una pizza, acquisti un capo d’abbigliamento e così via.
Oltre che essere localizzati attraverso i GPS dei nostri, ormai, inseparabili telefonini, saremo costantemente osservati dall’occhio del “grande fratello”, il quale, prima ancora che concentrarsi sul contribuente medio avrebbe potuto e dovuto essere meno distratto su tutto ciò che costituisce lo sterminato patrimonio della “grande evasione”.
Avrebbe conseguito prima e con maggiore efficacia il risultato sperato e, di conseguenza, sarebbe stato più persuasivo nei confronti di ciascuno e, certamente, apprezzato da tutti.
Tony Ardito
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