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Stop contanti: dal supermercato alla banca ecco cosa cambia e quali sanzioni previste

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La parola d’ordine è adeguamento alla nuova realtà ovvero la riduzione dell’uso del contante.  Un punto delicato, che dovrà essere definito tramite accordi con il sistema bancario è la riduzione delle commissioni praticate per i pagamenti elettronici e il loro eventuale azzeramento per quelli di piccolo importo.

Nel frattempo rispolverata la norma che prevede l’obbligo per commercianti e professionisti di accettare pagamenti con carta di credito o bancomat (esiste dal 2013) ma attualmente non è prevista una specifica sanzione, per cui di fatto non è stato applicato in modo rigoroso.

Viene fissata quindi una sanzione di 30 euro aumentata del 4 per cento del valore della transazione, in modo da rendere la penalizzazione economica proporzionale all’importo della transazione. Viene poi espressamente derogata, per esercenti e professionisti, la norma generale che prevede la possibilità di un pagamento in misura ridotta.

La soglia massima per l’utilizzo di contante, oggi fissata a 3 mila euro, potrebbe scendere a 2 mila nei prossimi due anni e poi a partire dal 2022 tornare al livello di mille euro, quello in vigore fino al 2015.  Il limite, che comprende il denaro contante e i titoli al portatore, riguarda tutti i trasferimenti tra soggetti diversi: ad esempio pagamenti per l’acquisto di beni e servizi oppure versamento di retribuzioni. Non è però vietato prelevare o versare in banca contanti per un importo al di sopra della soglia.

Non sono permessi nemmeno pagamenti frazionati in modo artificioso per eludere il divieto. Tuttavia restano possibili quelli rateali: ad esempio un dentista e un cliente possono accordarsi per regolare in contanti con più acconti mensili il corrispettivo di un trattamento che superi i 3 mila euro (e dal 2022 i 1.000).

Fonte Il Mattino

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