“Già un paio di anni fa avevamo scoperto e denunciato la presenza di oltre 7mila posti rimasti vacanti che gli atenei italiani avevano preferito perdere piuttosto che riutilizzare – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell, soci fondatori dello studio Leone-Fell, e Chiara Campanelli, legale che ha coordinato l’azione su Salerno.
Nel corso degli anni – aggiungono – stiamo scoprendo che molti atenei italiani conservano centinaia di posti che, invece, dovrebbero essere utilizzati per formare futuri medici italiani. Oggi è toccato all’ateneo campano, qualche mese fa abbiamo scoperto la presenza di 36 posti a La Sapienza di Roma. Nelle prossime settimane siamo sicuri che toccherà a qualche altro centro universitario”.
Si tratta di una pratica generalizzata che coinvolge la stragrande maggioranza di Università italiane e che aggrava la già nota carenza di medici che porterà nel prossimo futuro a un collasso del Sistema sanitario nazionale.
Pubblicare e rendere disponibili tutti questi posti, permetterebbe non solo a migliaia di studenti di coltivare la propria passione e intraprendere la carriera medica, ma permetterebbe anche di colmare in futuro il gap di 80mila medici preannunciato al 2025 dalle sigle sindacali di settore e dalle associazioni di categoria.
A nascondere i posti non sono solo le Università. Anche il Miur, in fase di programmazione dei posti da bandire per l’accesso a Medicina e Odontoiatria, decide arbitrariamente di offrire un numero limitato di posti che non copre né il fabbisogno reale né la ricettività degli atenei.
Di recente, infatti, sempre il Consiglio di Stato aveva confermato, con riguardo al test di accesso del 2018, l’errato calcolo del fabbisogno medico e, di conseguenza, l’errato calcolo dei posti da mettere a bando, stimando in 1.600 i posti in più da coprire per il 2018.
Un aumento dei posti disponibili al corso di laurea per Medicina e un aumento delle borse per le Specializzazioni mediche comporterebbe una sicura boccata d’ossigeno in un momento storico in cui le corsie degli ospedali restano vuote e le Aziende sanitarie locali si vedono costrette a richiamare in servizio medici pensionati e semplici studenti.
Comunicato Ufficiale Studio legale Leone Fel
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