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Andrea, gravemente malato, deve essere curato. Lo ordina il giudice

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E’ una storia che sta riempiendo le pagine di giornali e commuovendo l’opinione pubblica quella di Andrea (nome di fantasia), il giovane affetto da una grave distrofia muscolare a cui la ASL SA ha sospeso le cure creando, come dicono i medici, pesanti rischi per la sua salute. La famiglia si è rivolta al giudice e ieri è arrivata la prima decisione: le cure non possono essere interrotte.

L’ordine dato dal giudice di Nocera, dottoressa Caporale, è chiaro: la ASL e il Responsabile
Riabilitazione del Distretto 60 devono autorizzare la terapia riabilitativa per Andrea presso il
Centro in cui era in cura. Non solo, devono farlo esattamente dal giorno in cui era stata sospesa. E fissa la comparizione tra le parti per la metà di novembre.

“Accogliendo il ricorso – commenta l’avvocato Vuolo che rappresenta la famiglia di Andrea – il giudice afferma un principio fondamentale, quello della continuità terapeutica. E’ un principio ovvio sul piano umano, ma a cui il giudice dà un valore giuridico determinante”. “Per Andrea e la sua famiglia – continua l’avvocato

– significa passare dalla disperazione alla speranza. È un primo grande passo per tutti perché afferma che un paziente, in questo caso un minore, non può vedersi condannato alla malattia per ragioni amministrative. È un grande principio di civiltà”. “Vedremo – conclude Vuolo – come si svilupperà la vicenda, intanto però Andrea può riprendere a curarsi, e questa è una vittoria di tutti.

Anche se resto convinto che la salute di una persona dovrebbe essere garantita dai medici e non dall’autorità giudiziaria”. Per la famiglia di Andrea quella di oggi è, finalmente, una bella giornata.

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