Nel corso della ricognizione subacquea, gli operatori dello S.D.A.I. hanno rinvenuto a circa 400 metri dal relitto del mezzo da sbarco, un carro armato che ad un primo esame sembrerebbe essere un modello statunitense M4 Sherman. Il relitto, in apparente ottimo stato di conservazione, si presenta parzialmente insabbiato, con una porzione della portella di chiusura della torretta aperta attraverso la quale, però, non è stato possibile accedere all’interno a causa delle ridotte dimensione del passaggio.
Al termine delle operazioni di bonifica dell’area, i Palombari della Marina Militare hanno tenuto una Conferenza Stampa nei locali della Guarda Costiera di Agropoli (SA), ubicati in via Porto 15. Nel corso dell’incontro gli operatori della Marina Militare, oltre ad illustrare le peculiarità della loro attività e di quanto svolto in questa circostanza, hanno mostrato delle immagini subacquee che hanno registrato durante le fasi della ricognizione.
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.
Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 52.124 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 20.564 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.
Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.