“Dalla Convenzione di Faro alla Carta di Siena: il cultural heritage e la comunità di paesaggio” al centro della giornata inaugurale del Ravello Lab 2019, l’appuntamento culturale che da tredici anni continua a rappresentare un riferimento non soltanto nazionale per l’elaborazione delle politiche di sviluppo territoriale a base culturale. A Villa Rufolo, fino a sabato prossimo, si terrà conto dei principali documenti di policy delle Istituzioni internazionali impegnate a tutelare e valorizzare le risorse culturali, partendo dal diritto dei cittadini alla partecipazione culturale.
«La cultura come motore dello sviluppo»: è il principio caro ad Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario per i Beni Culturali di Ravello che da tredici anni mette al centro delle riflessioni di Ravello il rapporto che lega cultura e sviluppo dei territori. In questa prospettiva, cresce l’attenzione alle forme di Partenariato Pubblico-Privato e all’organizzazione dell’offerta culturale, sempre più orientata all’impresa culturale la cui specificità richiede metodi innovativi di valutazione quali-quantitative delle prestazioni offerte.
Il direttore di Federculture Claudio Bocci (consigliere delegato del Comitato Ravello Lab), ha sottolineato il metodo di Ravello Lab che guarda alle Convenzioni Internazionali dell’UNESCO sul patrimonio materiale e immateriale con la Convenzione-quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, in rapporto con la Nuova Agenda per la Cultura della Commissione Europea, per trarre proposte concrete di politica pubblica a sostegno della partecipazione dei cittadini all’esperienza culturale.
Mauro Felicori, già direttore della Reggia di Caserta ed attuale commissario straordinario della Fondazione Ravello sostiene che «il nemico» della cultura siano «i soldi». «Il problema è che mancano i soldi – ha detto -. I giacimenti culturali sono il nostro petrolio, perché la cultura è una specie di giacimento. Ma per valorizzare la cultura bisogna avere un approccio industriale».
Della Convenzione di Faro il chairman Maurizio Di Stefano ha menzionato un principio inviolabile: «Conoscenza e cultura sono diritti dell’umanità e quindi delle comunità».
L’ambasciatore Francesco Caruso ha sottolineato come debba essere «il cittadino al centro della partecipazione culturale».
I premi “Patrimoni Viventi”
Al termine della prima giornata, la cerimonia di conferimento del Premio Nazionale “Patrimoni Viventi” per la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale a due attività meritevoli di attenzione.
Nella sezione “Organismi pubblici” la commissione esaminatrice del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello ha riconosciuto vincitore il progetto dell’Ufficio Beni Archeologici di Trento.
“Storie senza storia – tracce di uomini in guerra 1914-1918” è la ricostruzione delle vite di quattro soldati della prima guerra mondiale a seguito di ritrovamenti effettuati sul ghiacciaio del Presena e alle pendici occidentali del Corno di Cavento nel Gruppo dell’Adamello.
Le uniformi, gli oggetti personali, le carte: tutto è stato raccolto con metodologia scientifica, restaurato e conservato come fosse un bene prezioso, e ora fa parte del “patrimonio” culturale della nostra umanità, è l’eredità dei nostri padri.
Per la sezione “associazioni private” riconoscimento al progetto “La Grande Bellezza” a cura dell’associazione Officinae Efesti di Casalnuovo, in provincia di Napoli. Un’azione di valorizzazione del patrimonio culturale indagando la relazione fra estetica, territori periferici e cittadinanza, eleggendo la periferia, quale spazio emozionale e geografico, come luogo privilegiato per creare attività di valorizzazione e promozione culturale, terreno fertile, pronto a dar vita a visioni contemporanee e rigenerare la relazione fra i giovani e il patrimonio culturale abbandonato.
Il progetto è stato strutturato in 660 ore di attività e ha coinvolto circa 600 bambini e giovani – fra alunni delle scuole elementari, medie e superiori. Il team di progetto, ampiamente multidisciplinare, è stato composto da 11 professionisti tra cui: storici dell’arte, urbanisti, architetti, antropologi, esperti di teatro in aree di disagio, curatori, performer, grafici e artigiani.
Ai premiati una pregevole opera ceramica dell’artista vietrese Franco Raimondi. Inoltre all’associazione Officinae Efesti il Centro Universitario Europeo ha destinato un contributo di 3mila euro.
Ad Antonio Pellegrino, fondatore e presidente della Cooperativa Sociale Terra di Resilienza di Morigerati, nel Cilento, il premio “Patrimonio Vivente” per il coraggio di essersi sottratto alla “fuga”, la determinazione di affrontare la sfida e di investire il proprio talento nel “Genius loci” attraverso un modello di sviluppo fondato sull’Agricoltura sociale che è cultura del Paesaggio, opportunità di lavoro, valorizzazione e promozione del territorio di una piccola realtà dell’entroterra cilentano, la frazione Sicilì del comune di Morigerati.
La sintesi del programma della cooperativa nelle parole del suo fondatore: “Siamo tutti laureati. La nostra America è il Cilento!”
I lavori
Nell atre giorni i panelist intervenuti di confrontano su due tematiche fortemente interconnesse, in grado di favorire lo sviluppo locale a base culturale: “Strumenti e Metodi di Partenariato Pubblico-privato per la valorizzazione delle risorse culturali” e “Valutazione delle performance economiche e sociali dell’offerta culturale”.
Domani (sabato 26), dopo la presentazione dei risultati dei due panels, la tavola rotonda conclusiva a cui prenderà parte, tra gli altri, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
Il Metodo di Lavoro
Il diffuso consenso sull’utilità di Ravello Lab deriva da una chiara visione strategica delle sue finalità e dalla partecipazione di Amministratori, Studiosi ed Operatori italiani ed europei, chiamati a fornire un contributo di analisi e di proposte basate su esperienze concrete.
I lavori sono predisposti attraverso la produzione di un’appropriata documentazione relativa ai temi in discussione durante le giornate di Ravello (background paper) e che, recapitati con anticipo ai partecipanti ai Colloqui Internazionali, costituiscono la base concettuale per l’analisi delle questioni aperte e delle proposte operative. Le Raccomandazioni di Ravello Lab costituiscono il prodotto conclusivo di ciascuna edizione e, opportunamente diffuse, hanno l’ambizione di contribuire a definire una nuova agenda politica dei diversi livelli istituzionali chiamati a sviluppare innovative politiche pubbliche di sviluppo centrate sulla cultura e sulle industrie creative.
Il Partenariato
Ravello Lab, sin dalla sua prima edizione, beneficia del patrocinio del Segretariato Generale del Consiglio d’Europa, dell’Ufficio di Rappresentanza italiana della Commissione Europea, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, di Confindustria, della Fondazione Scuola del Patrimonio del Mibact, di Unioncamere Campania, della Camera di Commercio di Salerno e di numerose altre Istituzioni.
Anche per il 2019 Ravello Lab è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica, come avvenuto per il 2016, 2017 e 2018.