La tesi è semplice: gli anziani sarebbero meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico rispetto alle nuove generazioni; in sostanza, mentre i giovani penserebbero al futuro, gli anziani finirebbero per privilegiare l’immediato.
A sostegno di questo profondo pensiero, il Comico cita due – per me sconosciuti – presunti studiosi, tal Stewart e tal von Parijs: è di moda nel “pensiero” pentastellato evocare autori di incerta provenienza e di dubbia autorevolezza, per offrire una qualche base di presunta scientificità alle opinioni espresse.
L’assunto finisce per essere contraddetto dalla realtà, e ripeto l’esempio evocato da Mattia Feltri su “La Stampa”: il giovanissimo ministro, Di Majo, che pure aveva promesso quale Ministro del Lavoro di assicurare il futuro ai lavoratori dell’Ilva e della Wiripool, ha preferito scegliere il suo domani, o meglio il “proprio oggi prospettico”, trasferendosi con assoluta indifferenza al Ministero degli Esteri. Questo, e tanti altri esempi, portano alla mente le frasi di Cicerone nel De Senectute, ripetute dal mio professore di latino al Liceo, “spuntano da più parti nuovi oratori, stolti giovincelli”.
Le opinioni innanzi evocate esprimono un attacco frontale alla democrazia parlamentare e rappresentativa, che – secondo i nostri acuti “pensatori” – andrebbe sostituta con la piattaforma Rousseau (l’esatto contrario di ogni scelta democratica ed esempio evidente di pericoloso conflitto di interessi), e con lo scardinamento dei principi costituzionali, in particolare dell’art. 67 secondo cui – per motivi storici, ma sempre attuali, che i giovincelli forse ignorano – “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Per eliminare gli odiosi ed immorali cambi di casacca dei parlamentari, anziché modificare i Regolamenti di Camera e Senato, i nostri esperti giovincelli (“piattaforma-guidati”) vogliono abbattere la Costituzione Repubblicana.
In realtà, il disegno perseguito dal Comico e dai suoi seguaci resta la diffusione del caos istituzionale, nella consapevolezza che al caos segue sempre una svolta autoritaria. E’ il medesimo disegno che persegue il grande capitale finanziario e speculativo, che muove i fili dei burattini che si agitano sul teatrino della politica , nell’obiettivo di eliminare ogni fenomeno di partecipazione democratica ed attribuire le scelte ad un numero sempre più ristretto di persone.
Il dramma, però, nella nostra povera Italia è che questo pernicioso disegno non è ostacolato, anzi è tollerato se non favorito, dall’unico partito che ha ereditato la tradizione dei grandi partiti popolari del Novecento, ovvero dal PD, sempre più ombra o fantasma della sua storia.
Prof. Avv. Giuseppe Fauceglia